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I VANTAGGI DI UN’ALIMENTAZIONE BIOLOGICA

 

Da qualche decennio gli alimenti che consumiamo vengono modificati in fase di produzione. Queste trasformazioni riguardano: l’aggiunta di additivi, l’aggiunta di prodotti somministrati ad animali e vegetali, l’irradiazione.

 

Gli additivi alimentari sono svariati per tipologia e si contano a migliaia in tutto il mondo. I più impiegati sono in primo luogo i coloranti, i conservanti e gli antiossidanti, in secondo luogo gli emulsionanti, gli addensanti, i gelificanti e gli stabilizzanti. A queste sostanze sono state attribuite molte responsabilità negative e non sono ancora del tutto noti gli effetti della loro azione a lungo termine.

La nostra epoca è dominata dal concetto di rendimento. Ed è in nome del rendimento che agli animali da macello ed ai volatili vengono regolarmente somministrati: ormoni (che li fanno ingrassare), antibiotici (che ne accrescono la crescita dal 3% al 7%), tranquillanti (somministrati prima della macellazione in modo da ridurre lo stress che rende scura la carne e ne altera il gusto) e medicinali, molti dei quali sono molecole di sintesi inesistenti in natura.

I vegetali vengono trattati con pesticidi e concimi chimici, mentre le malerbe sono eliminate con gli erbicidi. Questi provvedimenti hanno quintuplicato la produzione, ma al prezzo di significative trasformazioni indotte da queste sostanze. Né esiste una sufficiente certezza del rispetto  e della reale applicazione della legislazione vigente in materia, che ne limita l’uso.

 

La tecnica denominata “ionizzazione γ” è applicata dal 1980, e impiega raggi x e raggi γ che non hanno nulla in comune con la radioattività. Gli obiettivi principali del suo impiego sono la distruzione di batteri, muffe ed insetti senza fare ricorso a disinfettanti chimici tossici. Essa è inoltre volta a rallentare la maturazione di frutta e legumi e a bloccare la germogliazione di aglio, cipolla e patate, così da mantenere i prodotti sani e conservarli più a lungo.

Tuttavia, dal momento che oggigiorno la sterilizzazione degli alimenti è molto praticata e che, comunque, l’uomo coabita da sempre con l’universo batterico, la necessità dell’irradiazione appare per lo meno discutibile, soprattutto per i molti pericoli che essa comporta: distruzione delle vitamine (in particolare A, B1, C ed E), trasformazione di nitrati inoffensivi in dannosissimi nitriti, trasformazione di acidi grassi polinsaturi utili in sostanze tossiche o cancerogene, produzione di radicali liberi che aggrediscono le proteine, ricombinandole in molecole addirittura mostruose, non degradabili dai nostri enzimi.

In definitiva i rischi che il consumatore corre sono tali da renderne il suo utilizzo quantomeno poco raccomandabile.

 

Per evitare tutti questi pericoli il ricorso all’agricoltura biologica sembra l’arma migliore, eppure in Europa essa è praticata solo dall’1% degli agricoltori, probabilmente a causa delle severe restrizioni da rispettare sia nelle colture agricole che nell’allevamento del bestiame e degli stretti controlli da parte degli organismi di certificazione.

Un prodotto biologico è un prodotto agricolo ottenuto attraverso una modalità di coltivazione che non prevede il ricorso a prodotti chimici di sintesi. Questo tipo di agricoltura e di allevamento è caratterizzato dal rispetto per la terra, l’ambiente, il clima, il terreno, la scelta delle razze da allevare e la loro alimentazione ed il divieto formale di utilizzare prodotti chimici di sintesi e di farmaci. Tutto ciò fornisce al consumatore la garanzia di acquistare alimenti sani e di qualità controllata

È chiaro che neppure gli alimenti biologici sono perfetti, poiché l’inquinamento è un fenomeno che coinvolge tutto il pianeta: i composti organoclorati provenienti da inquinanti e pesticidi si volatilizzano e vengono diffusi attraverso il vento nell’atmosfera.

Ciò nonostante la produzione biologica offre al consumatore almeno due considerevoli vantaggi:

produzione di alimenti corretti per la salute e pressoché privi di OGM (tasso inferiore all’1%) e

rispetto dell’ecosistema, unico mezzo per preservare l’avvenire delle generazioni future.

 

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